Infinidat annuncia che Cedacri ha aggiunto i sistemi storage InfiniBox al proprio data center.
Con una domanda di memorizzazione e protezione dei dati in costante crescita, il contesto in cui Cedacri opera è estremamente competitivo. L’azienda è infatti alla costante ricerca di nuove soluzioni tecnologiche che permettano di incrementare proporzionalmente il livello di efficienza e di sicurezza dei dati per continuare a garantire lo stesso costo complessivo della soluzione, pur offrendo un perimetro via via sempre più esteso.
E’ per questo che nel mondo dei dati, ma anche in quello dei sistemi, Cedacri ha adottato una soluzione cloud che abbina la flessibilità nelle capacità elaborative con quella nel provisioning della parte storage. Per questo particolare contesto, a seguito di un’attività di scouting sul mercato, Cedacri ha identificato la soluzione di Infinidat come una delle più adeguate da questo punto di vista, anche grazie alla possibilità di completarsi con la soluzione cloud standard tramite protocolli altrettanto standard quali OpenStack.
La decisione di scegliere Infinidat è arrivata dopo diversi Proof of Concept (POC), nel corso dei quali la proposta dell’azienda è risultata quella più adeguata allo scopo.
Con prestazioni superiori al milione di IOPS, latenza inferiore al millisecondo, compressione inline, funzionalità avanzate di analisi delle performance, supporto iSCSI e scalabilità oltre i 5 Petabyte di effettiva capacità storage in un unico rack standard 42U, i sistemi InfiniBox rappresentano una soluzione di storage ibrido con prestazioni di livello all-flash.
Cedacri ha acquistato due box Infinidat sui quali sono state attestate la soluzione Cloud, alcune applicazioni VMware, ed una parte di data warehouse.
Riccardo Facciotti, Tech Sales Director South EMEA, INFINIDAT
In INFINIDAT spesso andiamo a trovare prospect che stanno pensando di sostituire gli storage array esistenti con soluzioni nuove per beneficiare di maggiore flessibilità, facilità d’uso e riduzione dei costi. Queste aziende vogliono essere sicure che le performance del nuovo storage siano pari o superiori a quello in essere al fine di supportare la crescita, velocizzare le applicazioni di business e soddisfare gli utenti. Per questo motivo le aziende testano, anche frequentemente, le soluzioni storage per diversi casi d’uso. Ma poiché il performance testing non è una pratica usuale per molti team IT, alcuni suggerimenti possono essere molto utili.
Riteniamo che il modo migliore per verificare le prestazioni sia quello di far girare applicazioni reali. A volte è possibile grazie a funzionalità dell’infrastruttura (virtualizzatori di SAN, hypervisor, volume manager, ambienti di test esistenti). Questo approccio consente di comprendere esattamente come lo storage si comporterebbe in situazioni reali che non possono essere simulate. Pensiamo ad esempio al fatto che le applicazioni single threaded non generano grandi quantità di IO, ma se le emuliamo con diversi thread otterremmo risultati molto migliori rispetto a quelli reali. Per questo genere di applicazioni, per ottenere il massimo da un sistema di multicontroller attive, è necessario aggiungere il parallelismo a livello di database o applicativo.
Purtroppo si tratta di un’opzione spesso non percorribile per via di approcci no-risk, l’incapacità di installare soluzioni onsite, policy di sicurezza, mancanza di tempo, ecc. Un’altra opzione è quella di utilizzare applicazioni reali con workload simulati. E’ una buona alternativa, soprattutto se l’applicazione è caratterizzata da schemi noti e specifici, tipicamente i batch job. Questi hanno tempi di svolgimento predefiniti ed è facile confrontarli in ambienti diversi. I limiti? E’ comunque necessario disporre degli apparati onsite o fornire al vendor dati reali, dedicare del tempo da parte degli specialisti e pensare a un metodo per simulare le interazioni utente o acquistare un software che lo faccia. Le aziende con notevoli budget IT, come le telco e le banche, possono farlo, ma per la maggior parte delle imprese è impossibile.
Quindi, oggi, il modo più semplice per verificare le performance dello storage è quello di fare test sintetici con tool quali Vdbench e iorate in ambiente controllato. Il problema principale è come questi risultati si possono confrontare con quanto si otterrà in realtà sul campo.
Per fare la correlazione è possibile, per esempio, raccogliere le metriche sulle performance dagli array esistenti e cercare di simularli su storage nuovo. E’ un metodo efficace, ma non tutte le metriche che contano possono essere inserite come per esempio i diversi livelli di storage, una distribuzione corretta dei workload, workload in base all’IO, e anche i cache hit. Una volta compreso ciò che accade in collaborazione con i professionisti INFINIDAT, è possibile scrivere dei profili da emulare in un test box. Di solito i picchi di workload vengono emulati ma non è sempre una buona idea. Spesso infatti si differenziano in modo sostanziale da workload usuali in termini di cache hit, read percentage, IO size ecc. E’ quindi consigliabile emulare due tipologie di workload – tipico e peak, separatamente.
Quindi, dopo aver fatto test sintetici e aver capito che non è possibile emulare al 100% correttamente, cosa si può fare per migliorare l’accuratezza? Si possono fare test su storage di vendor diversi e capire come si relazionano, o far girare gli stessi test sui vostri array e vedere come le performance si relazionano con qualcosa che conoscete, e questi dati sono più vicini alla realtà.
Per fare chiarezza, INFINIDAT ha condotto una serie di test estesi e dettagliati, confrontando i propri Infinibox con sistemi all-Flash, in un ambiente il più possibile reale. Gli esperimenti sono stati condotti su volumi di dati importanti, nell’ordine dei 200TB, perché ai workload attuali viene spesso richiesta un’ampia scala, oltre ad affidabilità e performance. Il risultato è stato molto chiaro, con i sistemi software-defined ibridi che hanno raggiunto prestazioni decisamente superiori rispetti agli AFA con cui sono stati comparati – per la cronaca, firmati da EMC e Pure Storage.
Se utilizzati come soluzione target per migliorare workload individuali, i supporti media possono offrire un valore notevole ai data center moderni, ma tale valore viene sprecato se non è accompagnato da innovazioni a livello di architettura di sistema. Ed è questo il caso degli attuali AFA, che semplicemente si limitano a posizionare media più veloci (flash) dietro ad architetture di front-end datate come mezzo per incrementare le prestazioni. Riconoscendo che qualunque soluzione storage media-reliant non riuscirebbe a soddisfare i requisiti di prestazioni real-time delle aziende moderne, è fondamentale poter contare su un’architettura storage software innovativa dotata dell’adattabilità e la flessibilità necessarie per ottimizzare le prestazioni di qualunque tipologia di workload – presente e futura.
In generale, possiamo concludere che è difficile emulare – vi potrebbero proporre di usare una dimensione di cache 10 volte quella attuale ma se il test sintetico viene effettuato con un cache hit set uguale a quello del box esistente, probabilmente non vedrete alcuna differenza nei risultati tra 16GB e 1TB. In questo senso, il suggerimento è uno solo: non fidarsi dei test condotti in laboratorio ma eseguire i propri o fare riferimento a quelli condotti da terze parti, ma in ambienti reali.
I data center all-flash sono ancora ben distanti dal diventare realtà: secondo IDC, la presenza di flash nei data center corrisponde soltanto a circa il 15% della capacità di storage installata dai principali Clienti mondiali.
INFINIDAT è l’unico fornitore con un sistema storage Enterprise “flash ottimizzato” che supporta più petabyte di capacità utilizzabile in un rack standard 42U (una singola piastrella) e in grado di garantire il migliore TCO disponibile sul mercato unitamente ai più alti risparmi energetici. Per i clienti che desiderano passare a una HFA (Hybrid Flash Array) piuttosto che un AFA, InfiniBox offre convincenti vantaggi nelle prestazioni (con la sua architettura “faster than flash”), affidabilità (un ordine di grandezza superiore rispetto ai migliori AFA), disponibilità (con la sua capacità di sostenere più guasti simultanei senza impatto e di poter perdere fino a 100 dischi senza mai intaccare i dati), scalabilità e densità di memorizzazione a un prezzo interessante. Questi elementi di differenziazione sono significativi per le aziende che vogliono innovare gestendo workload eterogenei con uno storage Enterprise che crea efficienza e garantisce in massima sicurezza prestazioni su larga scala.
Infinidat ha presentato la versione 3.0 del suo sistema storage InfiniBox, ottimizzato per tecnologia flash. InfiniBox offre prestazioni superiori al milione di IOPS, latenza inferiore al millisecondo, compressione inline, funzionalità avanzate di analisi delle performance, supporto iSCSI e scalabiltà oltre i 5 Petabyte di effettiva capacità storage in un unico rack standard 42U, migliorando ulteriormente la capacità del sistema di gestire grandi quantità di dati.
Tra le nuove caratteristiche di InfiniBox 3.0 vi sono:
• Oltre 5 Petabyte di effettiva capacità storage in un singolo rack
InfiniBox ora raggiunge una scalabilità oltre i 5 Petabyte di capacità effettiva in un singolo rack 42U da 19 pollici. E continua a offrire disponibilità del 99,99999% (7 nove), anche su capacità così elevate.
• Compressione trasparente ed efficiente dei dati
InfiniBox 3.0 include una funzionalità di compressione dati ad alta efficienza che non ha impatto sulle prestazioni. A seconda del tipo di applicazioni e di dati utilizzati, la compressione avanzata di InfiniBox consente ai clienti di massimizzare lo storage utilizzabile sul singolo rack. Come risultato, InfiniBox permette di raggiungere la massima densità storage abbinata al costo più competitivo disponibile sul mercato, consente superiori livelli di consolidamento e riduce in modo significativo i costi legati ad alimentazione, raffreddamento e consumo di spazio.
• Performance superiore rispetto a configurazioni All-Flash per workload reali
InfiniBox offre un throughput superiore al milione di IOPS con latenza inferiore al millisecondo. Recenti benchmark condotti sui clienti hanno mostrato come lo storage array InfiniBox – ottimizzato per tecnologia flash – si sia rivelato più veloce rispetto a configurazioni all-flash su workload reali e mission-critical. InfiniBox 3.0 include algoritmi brevettati che mantengono i dati più caldi sempre sui media più veloci e, con 3 TB di DRAM e oltre 200 TB di flash, sia le operazioni di scrittura che quelle di lettura vengono ottimizzate.
• Supporto esteso ai protocolli, con iSCSI, Fibre Channel e NAS
Grazie alla sua architettura realmente unificata, InfiniBox supporta diversi protocolli di storage networking, tra cui Fibre Channel, iSCSI e NFS, garantendo comunque alte prestazioni, affidabilità e stabilità. L’offerta di accesso multiprotocollo è nativa in un’unica piattaforma, senza necessità di appliance gateway aggiuntive, supporta ottimamente la più ampia varietà possibile di applicazioni, in particolare quelle gestite da cloud e service provider, che intendono ridurre drasticamente i costi CapEx e OpEx.
• Funzionalità avanzate di analisi delle performance
I tool di analisi e monitoraggio delle performance di InfiniBox consentono ora ai clienti di scendere a un livello estremamente granulare, e di ottenere in tempo reale un’analisi particolarmente dettagliata delle performance di sistemi e applicazioni. Questa avanzata funzionalità analitica permette reporting e analisi puntuale su decine di parametri legati al percorso dei dati (IO source/target, tipologia, latenza, utenti, ecc…), garantendo agli amministratori storage la possibilità di avere informazioni approfondite su tutte le attività dei sistemi e dell’infrastruttura storage.